La Donna Con Coronavirus Dà Alla Luce Sua Figlia E Non Può Abbracciarla

La Donna Con Coronavirus Dà Alla Luce Sua Figlia E Non Può Abbracciarla
La Donna Con Coronavirus Dà Alla Luce Sua Figlia E Non Può Abbracciarla

Video: La Donna Con Coronavirus Dà Alla Luce Sua Figlia E Non Può Abbracciarla

Video: La Donna Con Coronavirus Dà Alla Luce Sua Figlia E Non Può Abbracciarla
Video: Техно-логика художника: визуальный обзор истории медиаискусства. Антонио Джеуза (Академия re:Store) 2024, Aprile
Anonim

Una delle scene che si ripetono sempre di più in questi giorni negli ospedali sono quelle delle donne con coronavirus che devono partorire. Una situazione che prevede la separazione della madre e del bambino con un colpo di penna una volta avvenuta la nascita per evitare possibili contagi.

La misura è necessaria ma anche profondamente dolorosa per le madri che mancano quel momento unico e speciale di abbracciare, annusare e accarezzare il loro bambino. Questo è stato il caso di Gloria, una donna italiana infettata da Covid-19 la cui figlia è stata rimossa dalle sue braccia non appena è nata.

"Questo mi fa a pezzi", ha spiegato con un cuore spezzato al giornale Il Corriere della Sera. "Ho perso momenti molto importanti per sempre", ricorda con dolore.

Gestante
Gestante

Per consegnare in sicurezza, dovevano programmare un taglio cesareo. Sarebbe sola come misura preventiva, senza la sua famiglia o il suo incoraggiamento. "Ero terrorizzata a lasciarli, a diventare un altro numero in quello che ora sembra un bollettino di guerra", dice, molto eccitata. Gloria sapeva di essere stata infettata all'inizio di marzo, nel mezzo della crisi sanitaria del coronavirus nel suo paese, una notizia che ha colpito duramente la sua gente.

Anche suo marito e suo figlio sono risultati positivi, ma fortunatamente erano asintomatici. L'hanno superato da casa. Lei, dall'ospedale. Tra le altre cose, ha dovuto essere trattata con CPAC, l'elmetto respiratorio in cui era rimasta per sei giorni. Si è promessa che non indosserà mai più un casco da motociclista.

Già più guarita ma ancora in lotta contro l'insetto, sente di non essere stata in grado di godersi l'aspetto innocente della sua bambina, i suoi gesti e le sue prime volte. “Questa malattia mi ha privato di molti momenti e non me lo meritavo. Mi mancava la prima parte della vita di mia figlia. Non potrò dimenticare quell'inferno, sarà un incubo per tutta la vita”, continua con grande rammarico.

Bambino
Bambino

Ecco perché fa appello alle persone che stanno pensando di uscire con i loro figli e che non danno l'estrema importanza che il soggetto ha. “Ogni giro può costare loro dozzine di buchi nelle arterie e nelle vene. Ricorda che sei un genitore e che i tuoi figli non sono immuni. Salva te stesso, hai le armi, devi solo stare a casa. Quando posso tornare al mio, non mi muoverò da lì”, ha concluso con un alone di illusione quando immaginavo quel momento.

Raccomandato: