I Sopravvissuti Alle Sparatorie Parlano

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Video: I Sopravvissuti Alle Sparatorie Parlano

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Video: La strage di Parkland nelle immagini postate dagli studenti sui social 2024, Aprile
Anonim

Molti sorrisi, sogni e progetti sono stati annientati in questo primo fatidico fine settimana di agosto. Due sparatorie di massa negli Stati Uniti, una a El Paso, in Texas, e l'altra a Dayton, in Ohio, hanno segnato per sempre la vita di centinaia di persone.

Giorni dopo l'incubo, cosa pensano, sentono e, soprattutto, come sono colpite alcune persone? Il programma Al Rojo Vivo di María Celeste Arrarás ha fatto un ottimo lavoro di ricerca che ci ha avvicinato un po 'a quelle persone che miracolosamente si sono salvate dal peggio.

Sono storie di latini che hanno visto le loro vite troncate dalla perdita dei membri della famiglia e dalle ferite che essi stessi hanno subito dopo le ferite da proiettile.

Uno dei casi più scioccanti è quello di Javier, il giovane che è morto ricevendo uno di quei colpi. Suo zio, Octavio Ramiro Lizarde, anch'egli ricoverato in ospedale e vittima di questo massacro, è sopravvissuto per raccontare la storia. Ma il suo dolore al risveglio era sapere che suo nipote non soffriva lo stesso destino.

Con dolore e impotenza, anche Nicolasa Velázquez si è espressa sulla macchina fotografica. Riuscì ad andare avanti, ma non suo marito Juan per più di trenta anni. "Fallo finita e non facciamo tanta violenza", implorò dal suo letto d'ospedale.

Un altro caso straziante è quello di Maribel. La donna è stata colpita mentre si guadagnava da vivere decentemente vendendo bottiglie d'acqua fresca alla porta di Walmart. Questa è stata la sua testimonianza per il programma Noticias Telemundo.

"Ha messo più proiettili, si è avvicinato e ci ha sparato senza pietà", inizia la terribile storia di questa donna il cui volto della sofferenza dice anche più delle sue parole.

Questi sono solo alcuni dei coraggiosi che, nonostante la loro dura esperienza, sono impegnati in un cambiamento di pace, non violenza e unione. Le testimonianze continuano a emergere non solo da coloro che sono stati vittime del proiettile ma da quelli che l'hanno visto dall'esterno.

È l'esempio di Ana Vitela. Stava andando al centro commerciale per comprare alcune cose, come le dozzine di persone che erano lì quel sabato. Fu la rapida reazione di suo figlio Eduardo, di nove anni, a salvare la vita a quella donna che, presa dal panico, non sapeva cosa fare.

"Ho detto: 'Mamma, vai avanti e scappa, stanno sparando e l'ho presa per mano'", ha detto il ragazzo al giornalista. Il suo gesto rapido e coraggioso evitò un ulteriore dispiacere in famiglia.

Ogni giorno si conoscono casi nuovi e ammirevoli di questi piccoli grandi eroi ed eroine che sono riusciti a sopravvivere a uno degli episodi più difficili della loro vita. Altri ci hanno provato ma non ci sono riusciti. La nostra memoria e rispetto è per loro e le loro famiglie.

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